mercoledì, ottobre 31, 2007

Acque nere

«Sono accusati di diverse violenze e omicidi, l'"incidente" più grave è la strage del 16 settembre a Bagdad, che è costata la vita a 17 persone, tra le quali un bambino di nove anni, ma le guardie di sicurezza della Blackwater non dovranno risponderne: gli investigatori del Dipartimento di Stato americano hanno offerto loro l'immunità proprio in merito all'inchiesta sulla morte dei 17 iracheni. La notizia è pubblicata dal New York Times che sottolinea - citando funzionari governativi - come di fatto si frenino così tutti gli sforzi per perseguire gli uomini coinvolti nell'episodio». [Repubblica]
Leggiamo su Wikipedia che mercenario è un soldato che per denaro compie azioni militari per conto di un privato, una società o per chiunque possa pagarlo. La particolarità è proprio nel fatto che la sua fedeltà non è rivolta al paese di nascita o di cittadinanza, ma solo al compenso che viene pattuito [...] Verso la fine del secolo, per evitare di usare il termine mercenario, considerato dispregiativo, le società che offrono questo tipo di servizi hanno preso ad utilizzare inglesismi come Contractors o "Private Military Companies" ed i singoli appartenenti contractor, anche se la diversa etimologia non ne cambia in nessun modo la sostanza. Ora, nessuno impedisce ad un milite prezzolato di rivolgere la propria attenzione e il proprio animo, oltre che alla mercede, a diversi obiettivi, come quelli dettati dall'ideologia, dall'attaccamento al proprio paese, dall'odio verso un diverso ceppo etnico o religioso, dalla divinizzazione del proprio contesto politico e sociale o dalla persuasione di essere investito di un compito di provenienza divina. Ma questo, quand'anche non fosse dettato da una vera e propria patologia del pensiero, non elimina la sostanza dell'attività mercenaria, che è quella di muovere violenza a pagamento. Il confine tra la difesa e l'offesa, in questi casi, è assai labile e viene superficialmente ricondotto ad un unico principio animale: la scelta - fasulla e aberrante - tra uccidere ed essere uccisi, senza neppure più considerare gli imbarazzanti presupposti che hanno dato ingresso a quella alternativa. Se ne rinvengono abbondanti dimostrazioni nella storia militare dell'ultimo quinquennio. La parvenza di legittimità e di autoassoluzione conferita poi dall'essere al seguito - anche in senso molto lato - di una bandiera è vieppiù pericolosa. Se poi questa bandiera è strumentale ad assolvere e giustificare ogni atrocità, cessa di essere il vessillo della libertà di una nazione e diventa una patina criminale volta a coprire ogni nefandezza in virtù di un fine, spesso ignoto ai più ma altrettanto censurabile, generalmente mascherato dalla propaganda e imposto a tutti come un tabù, come intangibile manifestazione di alti ideali e di attaccamento alla patria. E questo senza neppure considerare - sotto tutt'altro profilo - il rischio di affidare le proprie sorti a chi si è dimostrato disposto ad uccidere per un certo prezzo o bottino.
«Dico, adunque, che l'arme con le quali uno principe defende el suo stato, o le sono proprie o le sono mercenarie, o ausiliarie o miste. Le mercenarie et ausiliarie sono inutile e periculose; e, se uno tiene lo stato suo fondato in sulle arme mercenarie, non starà mai fermo né sicuro; perché le sono disunite, ambiziose, sanza disciplina, infedele; gagliarde fra' li amici; fra' nimici, vile ...». [Niccolò Machiavelli, Il Principe, Cap. XII]

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